Friday, July 13, 2012

Words of Women from the Egyptian Revolution | Episodio 1: Rasha Azab



Ci sono i sottotitoli in inglese ed in spagnolo (castigliano).
Words of Women from the Egyptian Revolution e' un documentario che da' voce ad alcune di quelle donne che hanno partecipato alla rivoluzione.


Il documentario non e' ancora terminato ed i realizzatori hanno lanciato un appello di raccolta fondi. Se volete contribuire cliccate su questo link: Words of women from the Egyptian revolution, dove vi vengono anche spiegati i dettagli del progetto.


Nel primo episodio incontriamo Rasha Azab, una donna di 29 anni, attiva politicamente dal 2000. Del suo racconto ci sono diversi passaggi che ho trovato interessanti. Vorrei evidenziarne un paio:

  • Rasha ci spiega come la gente sia convinta che Mubarak abbia "abdicato" in seguito ai 18 giorni di sit-in in Tahrir. Lei sostiene che, in realta', l'evento determinante che ha fatto capitolare il faraone sono state le 48 ore precedenti di scontri non stop. Se non fosse stato per la rivolta iniziata per strada e nei quartieri, la gente non avrebbe occupato Tahrir e la piazza non sarebbe diventata il simbolo della rivoluzione.
    Il fatto che ci siano stati degli scontri tra la polizia e gli egiziani significa che non si e' trattato di un movimento pacifista?Assolutamente no, signifca non "farsi pestare di botte per poi tornare a dormire" come e' stato per 50 anni sotto il regime di Mubarak.  La violenza usata (per di piu' lancio di sassi) e' stata insignificante paragonata a quella di Stato: "Qualsiasi istituzione oppressiva, qualsiasi forma di oppressione che schiaccia, insulta, umilia e tortura il popolo, merita d'essere abbattuto senza ulteriore esitazione."

  • Il risveglio di coscienza non dipende dall livello d'educazione ricevuto o dalla classe sociale a cui si appartiene. Porta come esempio la propria famiglia in cui il padre e la madre sono analfabeti.

  • La rivoluzione non e' avvenuta tramite Facebook o Twitter. Una rivoluzione avviene quando la gente scende per strada ed occupa gli spazi pubblici ribellandosi al sistema. Avviene "quando resiste, muore e si sacrifica per cose che sono importanti nella loro vita.". Il prototipo del rivoluzionario seduto davanti al computer e un'immagine che e' stata difusa dai media occidentali ed internazionali ma che in realta' non ritrae il reale aspetto dell'attivista nella rivoluzione egiziana.

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