Monday, June 11, 2012

Pubblicita' xenofoba sulla TV di stato egiziana


Purtroppo, causa connessione troppo lenta, non ho potuto carica il video direttamente sul post ma potete visionare la pubblicita' xenofoba apparsa su Nile Tv cliccando sul seguente link:



Trascrizione del dialogo:

Narratore: Fin dall'inizio, sa perche' e' li e qual'e' il suo obiettivo. Non fara' fatica ad entrare in confidenza con le persone del posto. E noi, siamo i padroni della generosita'.

Straniero (ovvero la spia): Mi piacete molto ragazzi.

Narratore: Si insinuera' nei vostri cuori come se foste amici da sempre.

Ragazza: Nella metro ho sentito di persone che stanno escogitando qualcosa contro l'esercito.

Narratore: Carpira' informazioni importanti ottenute senza troppa fatica.

Ragazza: Stiamo attraversando una crisi del carburante.

Ragazzo: Stiamo attraversando una crisi dei trasporti, i prezzi sono saliti alle stelle.

Spia: Di chi vi state lamentando?

Ragazzo: Del nostro ministero....

Narratore: Perche' volete aprirgli il cuore del Paese?

"Spia": Really? (veramente)

Narratore: Non rilassatevi aprendo il vostro cuore a chiunque incontrate, soprattutto quando non sapete chi e' e cosa nasconde. Riflettete attentamente prima di parlare. 
Ogni parola ha un prezzo. Una parola puo' salvare una nazione.



Non e' un caso se una pubblicita' del genere (lanciata dal Ministero degli Affari Esteri), che incita alla xenophobia ed alla paranoia, sia comparsa proprio ora. Come non e' un caso se a poche settimane dalle elezioni ed il processo a Mubarak ha cominciato, misteriosamente, a scarseggiare il carburante causando infinte code alle stazioni di servizio. 
Mi pare abbastanza evidente che "qualcuno" stia giocando con la pazienza degli Egiziani portandoli all'esasperazione.

Attualmente ci troviamo in un periodo molto delicato, di transito. In seguito ai deludenti risultati elettorali ed alla ridicola sentenza data a Mubarak & co., la tensione al Cairo e' aumentata sensibilmente. Tahrir e' tornata a popolarsi ed il sentimento generale e' di rabbia. Ad un anno e passa dallo scoppio della rivoluzione egiziana del 25 gennaio 2011 nulla sembra essere cambiato e ci si chiede se il sangue versato dai martiri e' valso a nulla.

Le elezioni, per la maggiorparte degli Egiziani, rappresentavano un momento storico che avrebbe segnato il cambiamento in un Paese che ha dovuto subire una dittatura trentennale. Cosi' non e' stato. Si e' invece presentato il peggiore dei scenari. Morsi (dei Fratelli Musulmani) vs. Shafiq (un ministro del regime Mubarak).

Nel caso in cui Shafiq dovesse vincere, molti parlano di una seconda rivoluzione. Gli Egiziani, coloro hanno creduto nella rivoluzione, non accetteranno la vincita di un "fulul", cioe' di un appartenente dell'ex-regime, il quale non rappresenterebbe nient'altro che la continuazione del vecchio sistema. Tuttavia sono molti coloro che sono stanchi di questa instabilita' e accetteranno il ritorno di un potenziale dittatore pur di avere l'illusione di avere un governo pronto a tutelarli. 

In una situazione tesa come questa non potevano mancare i capri espiatori utili a distogliere l'attenzione dalle reali minacce che attanagliano il Paese. I capi espiatori, in questo caso, siamo noi: gli stranieri.

E' un sensazione strana essere considerata tale. Mi sono resa conto per la prima volta che, qui in Egitto,da straniera , donna e (diciamo) "cristiana" appartengo ad una minoranza. Sono una minoranza. E come succede spesso, in periodi di transito, il modo migliore per controllare le menti delle persone e' spargere la diffidenza verso il diverso/verso le minoranze.



Sinceramente, la prima volta che ho visto questo annuncio ho riso all'impazzata.

Ecco che lo straniero (aka la spia) entra nel locale. Strizzando gli occhi e scruttando il locale con un sorriso sornione stampato in faccia individua le vittime e si siede al loro tavolo. La ragazza, in effetti, si fa scappare un'informazione della massima importanza: scarseggia il carburante in citta'. Belin, certo che queste spie sono davvero ricoglionite se non si accorgono delle file chilometriche che si sono create nelle ultime settimane ed hanno bisogno di estorcere la notizia dai locali. Dove e' finito il loro spirito d'osservazione?
L'apoteosi  del ridicolo arriva quando la spia dice: "Really?" con un penosissimo accento inglese. Se quello era un tentativo di rendere la scena piu' credibile, non ci siete riusciti. E' quello il particolare che mi deve far credere che si tratti di una spia americana o israeliana?
Questa volta lo dico io: Really?!!!!!! 

Tuttavia mi rendo conto di quanto siano i pericolosi gli effetti di una trovata del genere. Soprattutto in un contesto dove gia' regna una diffusa paranoia verso spie mascherate da stranieri/turisti.



Da oggi in poi anch'io comincero' a guardare con sospetto chiunque mi si avvicini. Non lascero' che si insinuino nel mio cuore. Faro' ben attenzione.

Ricordatevi: una parola puo' salvare una nazione.

(ahahahahaahahaahha)



Qui troverete il racconto di due episodi in cui sono stata accusata d'essere una spia:


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